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Laboratorio pratico di teatro

 

 

…ricordi…e la nascita di una passione!

 

…ricordo ore passate ad ascoltare di ricordi…

…che tante volte, si rifacevano ad altri ricordi…

…le parole delle nonne, ora dell’una, ora dell’altra, dalle cui labbra pendevo a bocca aperta, mi trasportavano magicamente nel passato del mio presente, cancellando strade, palazzi e negozi che rappresentavano ora il mio quotidiano, per lasciare il posto ad un Vomero fatto di assolate campagne che si perdevano lontano, verso altri moderni agglomerati pronti a svanire, nella mia fantasia, per lasciarle rivivere. Racconti di un mondo magico, o immaginato tale nella fantasia dell’ascoltatore dove, bambini appena autosufficienti, accudivano ad altri più piccoli in una sorta di gioco di matrioske. Le bambole erano fatte in casa con la stoffa, e l’acquisto di un paio di scarpe era un avvenimento. Le giovani ragazze aspettavano con ansia il giorno della festa per indossare l’abito nuovo confezionato diligentemente, punto dopo punto, nei dopocena delle lunghe sere in cui, in assenza della televisione, si stava tutti raccolti intorno al grande tavolo ad ascoltare altri ricordi; quelli di chi, con grande rimpianto, testimoniava quanto fossero cambiati i tempi…! Il racconto dell’allegria delle sere di una festa che coinvolgeva l’intera città, in cui ognuno riponeva le proprie speranze sentimentali, economiche e ludiche. Racconti di un mondo dove il linguaggio quotidiano, privo di inutili orpelli, era diretto ed immediato, basato per lo più sul dialetto, ricco di vocaboli capaci di esplicare concetti alquanto contorti con un solo termine. Racconti di rapporti interpersonali regolati da una stretta di mano dal valore indissolubile, di mamme che, per onorare una promessa fatta ad un santo, sacrificavano i propri bambini con abiti religiosi per interi anni. Abitudini di vita frutto di ingenuità religiosa, sociale, politica quanto si vuole ma, innegabili testimoni di ferma determinazione al rispetto di sé e degli altri, di tale rassicurante esempio, per i piccoli ascoltatori, da invogliarli all’emulazione di tanta saggezza (salvo poi, ovviamente, rivedere la propria impostazione a ragion veduta!).

…mi è piaciuto questo aspetto della mia infanzia! Sono grata alle mie due nonne che mi hanno regalato la gioia di vedere, sebbene con gli occhi della mente, il mio mondo quando ancora si preparava ad accogliermi. Ho avuto la possibilità di vedere la mia mamma bambina piangere per un ginocchio sbucciato o per una sgridata, la strada in cui abito oggi, affollata e piena di vetrine, terminare improvvisa quale viottolo polveroso tra profumati alberi di limoni. Tutto ciò mi ha permesso di conoscere e conservare nel cuore, un mondo di cui non ci sono testimonianze sostanziali, tranne qualche sbiadita fotografia. Di tanto in tanto, nel corso degli anni, con la magia dell’immaginazione tornavo a quelle rievocazioni come tra le accoglienti braccia di una balia, provandone un rassicurante senso di protezione. Mi rendo conto che la tenerezza che provo potrà far sorridere. Tanti, troveranno che in questo mondo in cui, una sfrenata tecnologia risponde a qualsiasi nostra esigenza in maniera ineccepibile e subitanea attraverso l’universo virtuale, sia obsoleto ed inutile rifarsi a comportamenti ed abitudini ormai superate. Personalmente, invece, sono convinta che ogni essere umano, pur servendosi di tutto ciò che la vita moderna gli offre, per rispetto alla continuità di un percorso di evoluzione, teso soprattutto a non ripetere errori fatali, non possa prescindere da ciò che lo ha generato, e debba educare le nuove generazioni secondo i più moderni criteri, perfettamente integrate nella loro epoca, ma senza disdegnare di raccontare che…c’era una volta…per permettere a queste, poi, di aggiungere un personale frammento ad una trama cominciata tanto lontano, raccontando a loro volta a futuri nuovi arrivati che…c’era una volta…così che, anche loro, si possano aggiungere alla catena infinita. Questo, il pensiero alla base del mio lavoro, o meglio, della mia passione. La mia scelta, che prescinde da discorsi di notorietà od altro, conservandosi mera passione appunto, nasce proprio da una profonda spinta interiore che m’impone di portare il mio microscopico contributo, la mia goccia nel mare, al recupero ed alla diffusione della cultura popolare. Impulso che ha trovato strada dentro di me una sera, durante una vacanza della mia adolescenza. Trascinata da parenti, una sera d’estate, ebbi modo di assistere alla mia prima rappresentazione teatrale. Era uno spettacolo realizzato con estrapolazioni da vari lavori di Viviani. Appena il sipario fu aperto, con mia immensa sorpresa, mi ritrovai catapultata nel bel mezzo dei ricordi a me così cari. La Festa di Piedigrotta di cui tanto avevo immaginato spirito, folklore e sensazioni, prendeva vita ora davanti a me in tutta la sua intensità di forme colori e personaggi… sembrava un sogno! Completamente rapita non distoglievo gli occhi un attimo saltando da un punto all’altro del palcoscenico, ad un tratto: “…eccole… eccole là…!” le mie nonne correvano, rosse in volto, facendosi largo tra la folla festante con la loro fresca esuberanza…! “…beh… forse è solo l’emozione…!”

Comunque sia, quella serata é stata una rivelazione; esiste qualcosa che possiede la magia di proiettarci indifferentemente, e dal vivo, nel bel mezzo delle nostre più segrete emozioni legate al presente, al passato o al futuro…il Teatro!

Solo il Teatro possiede, infatti, questa magia, ed è, a mio parere, più di ogni altro, l’organo deputato a veicolare, il recupero e la diffusione delle culture popolari, nelle quali, se si vuole, a mio avviso, si può davvero trovare un rassicurante senso della vita, attraverso un filo infinito che lega tempi e luoghi.

   

               

 

 

 

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